Category: Interior Design

UN TAVOLO PER TUTTI

In una casa piccola spesso il tavolo da pranzo neanche ci sta, per cui, quando c’è, conviene che sia un tavolo per tutti!

Una questione di spazio, sì, ma il pranzo o la cena con la famiglia riunita tutta intorno ad uno stesso tavolo diventa anche un rituale fondamentale per l’educazione dei più piccoli, fin dallo svezzamento.

Come sai non sono psicologa né educatrice, ma per progettare una sala da pranzo perfetta per bambini (e adulti), parto da alcuni principi base della teoria montessoriana.

I PRINCIPI BASE

Uno dei fondamenti del metodo Montessori è quello di lasciare il bambino libero di sperimentare.

Il processo di apprendimento è basato sull’errore e sul successo, per cui non serve che qualcuno gli dica che sta sbagliando.

Lo nota già dal risultato: se non è quello desiderato, deve modificare qualcosa.

In tutto questo l’adulto, osservando il comportamento e gli interessi del bambino, adatta l’ambiente (sia quello fisico sia quello sociale) per creare le giuste condizioni al suo personale percorso di apprendimento.

Allo stesso tempo, anche il bambino osserva gli adulti: i nostri comportamenti e le nostre azioni fanno più scuola di tutto quello che possiamo dire o raccontare.

Siamo i loro modelli di vita, tutto ciò che facciamo verrà presto imitato e acquisito come proprio, in modo naturale.

Perché un tavolo per TUTTI?

Questo già spiega il perché un tavolo per tutti possa sostenere l’educazione a tavola, sia per quello che si fa, cioè mangiare e che cosa mangiare (è dunque il momento di seguire un’alimentazione sana se non lo si fa già) sia per come lo si fa (come impugnare il cucchiaio, come utilizzarlo per portare il cibo alla bocca, come bere al bicchiere senza rovesciare l’acqua, ecc.).

Allo stesso tempo non aspettarti che i risultati siano perfetti sin da subito.

L’abilità richiede esercizio e una serie di errori.

Per cui inizialmente sarà più il cibo che finirà per terra (o in testa e sui vestiti) che quello che effettivamente avrà mangiato; ma soprattutto richiede sperimentazione.

Questo significa che il cibo che finisce per terra, potrebbe non esserci finito sempre accidentalmente, ma con l’intenzione di capire che cosa succede: se si rompe o se si spiaccica sul pavimento, perché cade verso il basso e non verso l’alto, per vedere la tua buffa espressione o per chissà quale altro motivo!

Allora, per evitare le grandi pulizie ad ogni pasto, ti suggerisco superfici facilmente lavabili che possano  agevolarti soprattutto nei primi mesi.

Per esempio, molto utile è il tappetino pappa.

1: Seggiolone evolutivo Leander con tappeto Altramoda.

Questo in foto nello specifico è di altramoda in pelle vegana e gomma naturale, così da poterlo usare serenamente anche come tappeto da gioco.

Il senso di appartenenza che trasmette il condividere lo stesso tavolo è molto importante, oltre che per l’educazione, anche a stabilire un buon rapporto con il cibo.

  • In quanto a educazione, il fatto di non sentirsi un membro esterno e/o speciale lo indurrà più facilmente a rispettare le regole di tutti, per esempio: iniziare a mangiare quando si è tutti a tavola; che il cibo resta a tavola e non lo si porta in giro per casa, sia per rispetto, perché il cibo non va sprecato, sia per ordine e pulizia, ma anche per una questione di sicurezza.
    Si lascia il tavolo solo quando si è finito di mangiare e si fa una cosa per volta: o mangiare o giocare.
  • Per quanto riguarda il rapporto con il cibo, vedere gli altri che gustano ciò che è in tavola tende ad trasmettere fiducia verso ciò che “i grandi mangiano”, perché se lo mangiano loro, e con gusto, vuol dire che è buono e affidabile.Quante mamme mi raccontano di inventarsi di tutto pur di assicurarsi che il proprio bambino si nutra a sufficienza!Ora, considerato che comunque i bambini hanno un innato senso di autoregolazione per la fame e per la sete, che bisogna assecondare e non alterare, consumare regolarmente pasti condivisi (nelle dimensioni e nel formato sicuro per l’età) li porterà ad apprezzare ciò a cui la famiglia è abituata, senza esasperarsi troppo.
    Fidati!

E adesso veniamo a noi: come può uno stesso tavolo andar bene per l’adulto ed essere allo stesso tempo a misura di bambino?

ADATTABILITÀ

Un ambiente confortevole è un ambiente che si adatta alle caratteristiche ed esigenze di chi lo vive.

Banalmente, anche una sedia da ufficio per essere ergonomica deve potersi regolare in altezza e inclinazione.

La difficoltà principale nella scelta di un tavolo che vada bene a tutti, è che la differenza di statura tra adulti e bambini piccoli è notevole, per cui per poter utilizzare un tavolo tutti insieme e nella stessa circostanza, qualcuno deve scendere a compromessi.

LA SEDUTA

La soluzione più confortevole (soprattutto per l’adulto) è quella del seggiolone.

Un seggiolone senza il piano d’appoggio integrato permette al bambino di condividere lo stesso tavolo degli altri commensali.

2: Sedia evolutiva STOKKE

Anche se potrebbe non avere autonomia nel salire e scendere dalla sedia, quanto meno lo farà sentire parte attiva di questo importante momento di convivialità.

3: Sedia evolutiva STOKKE

Una valida risposta a queste esigenze ce la danno le cosiddette SEDIE EVOLUTIVE, che assecondano la crescita del bambino e della sua autonomia.

Queste sedie, infatti, sono così chiamate proprio perché si evolvono insieme ai bambini, accompagnandoli dalla nascita (utilizzate come sdraietta), fino all’adolescenza, quando diventano comode sedie da scrivania.

Un notevole guadagno di spazio, se pensi che cambiando pochi accessori assolve a diverse funzioni; e di denaro, poiché è un investimento che ti accompagna praticamente per la vita, non una scelta circoscritta al periodo dell’infanzia.

4: Sedia evolutiva STOKKE

Proprio per questo vengono progettate con un design pulito ed essenziale che ben si conforma con il resto, senza identificarsi come mero accessorio da bambini.

5: Sedia evolutiva STOKKE e sedia junior AGAM (bianca).

Diverse sono le tipologie. Più noti i modelli della Stokke, ma molti hanno la caratteristica “evolutiva” o comunque adattabile alle diverse altezze.

Qui di seguito alcuni esempi, ma ce ne sono di tanti modelli.

6: Maxi-Cosi Moa seggiolone pappa evolutivo

                

7: Seggiolone evolutivo Nomi.                            8: Seggiolone evolutivo Leander.                                    9: Seggiolone evolutivo Pappy.

                 

  10: Seggiolone growing green Nobodinoz.                      11: Seggiolone evolutivo Safety.                                    12: Seggiolone pappa Yoleo.

Questi si configurano proprio come sedie, per cui per quanto possano regolare l’altezza della seduta, hanno dimensioni che si adattano perfettamente ad un tavolo standard.

Non vanno bene come sgabelli per piano snack, perché troppo bassi.

Esistono tuttavia dei seggiolini indicati proprio per altezze fuori misura.

  13: Seggiolone evolutivo Born up Miffy.

In alternativa si può ricorrere a soluzioni appositamente progettate.

Alcuni seggioloni di questo tipo si configurano come arredi salvaspazio perché trasformabili in più tipologie di arredi per bambini.

Vediamo alcuni esempi.

La torre di apprendimento della Montessori Universet diventa seggiolone pappa, tavolo con sedia e può essere associata ad una rampa da arrampicata/scivolo.

  14: Torre di apprendimento multiuso di “Montessori Universet”.

Altri diventano delle culle…

15: Seggiolone evolutivo di Le Figaro Madame.

16: Lettino mobile Waldin in legno.

…dipende dalle singole esigenze.

IL PIANO

Un tavolo per tutti potrebbe essere un tavolo da pranzo trasformabile in un tavolino da soggiorno, dove poter consumare la merenda tutti insieme. La brevità della merenda ci permette di sedere con loro senza rimetterci troppo la schiena 😅

17: Tavolo artigianale Round.

Il fatto di avere un accesso più comodo, ci permette di coinvolgere il bambino anche nelle attività di apparecchiatura, a versare del thè in una tazza, alla decorazione della tavola stessa con fiori.

Rendere la tavola bella lo educherá alla bellezza, ad associare l’evento a qualcosa di attrattivo. Ad associare la socialità ad un momento piacevole.

18: Tavolo allungabile Fahrenehit di Altacom.

Il tavolo che mi rende più tranquilla è quello tondo/ovale.

19: Loon Peak Arnara solid 1 coffee table.

20: Tavolino trasformabile saliscendi Paris di Compar.

Questa preferenza rende la scelta molto più limitante.

21: Tavolino trasformabile saliscendi Paris di Compar.

22: Tavolino Salotto Trasformabile Allungabile in metallo e ceramica – Gioacco.

23: Tavolo sagomato in legno Robot di Altacom.

E questo non significa che siccome non ha spigoli, il bambino non si farà male, ma sicuramente ne riduce la probabilità e/o la gravità.

24: Tavolo allungabile Fahrenehit Altacom.

In un ambiente piccolo dove spesso bisogna correre di qua e di là, un tavolo senza spigoli è una sicurezza per tutti.

Da quando il nostro piccolo ha iniziato a stare in piedi ed abbiamo eliminato il tavolino trasformabile rettangolare in vetro del nostro soggiorno, le gambe mie e di mio marito hanno meno ferite 😅

Un tavolo trasformabile di questo tipo sarà, dunque, sempre sfruttato e sempre condiviso sia nella versione “bassa” sia in quella ad altezza adulto.

Se lo spazio permette, potete alternare al tavolo da pranzo per i pasti principali, il tavolo per bambini per la merenda.

In questo caso avrete ben due tavoli a misura di tutti, avendo cura di scegliere anche per questi, soluzioni salvaspazio.

Per esempio il tavolino che può essere utilizzato come torre di apprendimento, quello con le sedie ad incastro o quello che nasconde i giochi.

25: Torre montessoriana convertibile.

26: Tavolo Ekine Montessori di Hannun kids.

27: Scrivania Old School di Dream with us.

Non deve essere necessariamente un tavolo per bambini. E’ sufficiente un tavolo basso, a loro misura può essere utilizzato comodamente.

Questo tavolo Maisons du monde è perfetto per i bambini e per gli adulti grazie al suo piano sollevabile, che lo rende anche un ottimo contenitore di giochi, contribuendo a mantenere l’ordine.

28: Tavolino basso con piano sollevabile di Maisons du monde.

Insomma, ce n’è per tutti!

Avevi mai pensato a come questi arredi potessero diventare tuoi alleati nella gestione dei bambini e dei piccoli spazi?

Se hai domande, scrivi qui sotto il tuo commento e ti risponderò personalmente!

CAMERETTA PICCOLA (0 – 6 ANNI)

Di un intero ambiente domestico non c’è nulla di più complesso dell’arredare una cameretta piccola (0 – 6 anni).

La cameretta è di per sé complessa perché deve seguire l’evoluzione del suo piccolo abitante, che, in pochi anni, passa dall’essere neonato, a bambino, adolescente e adulto.

I PRINCIPI BASE

Innanzitutto bisogna partire da 3 principi base:

  1. esigenze;
  2. spazio libero;
  3. sicurezza.

Per capire come arredarla in modo funzionale è bene focalizzarsi su quali esigenze deve soddisfare.

In generale, una stanza per ragazzi si pensa a RIEMPIRLA con letto, comodino, armadio e scrivania, perché tutto sommato sono gli arredi di cui si ha bisogno in età scolare (quindi buona parte della vita dei giovani).

Se, però, stiamo parlando di una cameretta di un/una bambino/a di età prescolare, quindi 0 – 6 anni, le cose cambiano non di poco, proprio perché ci sono tutt’altre esigenze.

Per questa fascia d’età si deve abbandonare il concetto di RIEMPIRE lo spazio, e abbracciare, invece, quello di SVUOTARE.

Una bella sfida, ma, soprattutto quando gli spazi sono ridotti, è fondamentale per la SICUREZZA dei più piccoli, e non solo!

LA TEORIA DI MARIA MONTESSORI

Avere dello spazio libero costituisce principio cardine in particolar modo per i sostenitori, come me, del metodo Montessoriano.
Si tratta di un sistema messo a punto dalla pedagogista Maria Montessori, da cui il nome, che si basa sul principio di indirizzare il/la bambino/a verso una conquista spontanea della propria autonomia.

Un ambiente progettato a misura di bambino/a gli permette libertà di scegliere e agire in modo autonomo, così che non debba ricorrere all’assistenza di un adulto per compiere le azioni più comuni.

SVUOTARE lo spazio, dunque,  per concedere un ambiente più sicuro nella fase di sviluppo e consolidamento delle capacità motorie. Significa rinunciare al superfluo, insegnamento non da poco, anche per i piccolissimi.

Alcune abitudini, per potersi incardinare nella natura del/della bambino/a, è bene trasmetterle fin dalla prima infanzia, e soprattutto attraverso l’esempio, più che con le parole.
Tra queste, al vertice devono esserci ordinepulizia, non solo per una questione di sicurezza, ma anche di salute.

Vediamo, per tanto, come dividere idealmente lo spazio di una cameretta per rispondere alle esigenze del bambino durante la crescita da 0 a 6 anni, pur mantenendo dello spazio libero per garantire lo svolgimento di tutte le attività nella massima sicurezza.

1. ZONA SONNO

La culla/lettino

Esistono culle allungabili che seguono la crescita del/della bambino/a. Comode soluzioni salva – spazio e salva – portafogli!

Figura 1: Culle allungabili per bambini e neonati

I letti montessoriani, oltre ai vantaggi per l’autonomia del/della bambino/a, sono sicuramente più economici.
Consistono, infatti, semplicemente di un materasso poggiato per terra, o tutt’al più su un piccolo rialzo per la rete a pavimento. Sono circondati da tappeti morbidi, così da garantire un approdo in ogni caso sicuro.

Figura 2: Materasso per lettino Montessori. Fonte Pinterest.

Figura 3: Materasso per lettino Montessori. Fonte Pinterest.

Lo stesso letto può essere usato sin dalla nascita con un riduttore, per abbracciare il/la bambino/a in uno spazio ancora molto grande per lui.

Figura 4: Paracolpi per lettino Montessori. Fonte Babymilano

Figura 5: Riduttore ad amaca per lettino Montessori. Fonte Pinterest – Design Therapy.

La poppata

Il letto montessoriano così descritto risulta molto pratico anche per la mamma, che può allattare direttamente qui e farlo addormentare senza correre il rischio di svegliarlo/a nel fatidico passaggio dalle calde braccia di mamma alle fredde lenzuola (anche se in piena estate!), guadagnando anche lo spazio della sedia da allattamento!

Figura 6: Lettino Montessori

Figura 7: Letto capanna. Fonte Pinterest.

Oggi stanno prendendo piede i cosiddetti “letti capanna” che hanno la struttura in legno naturale che richiama proprio quella di una capanna/rifugio, da poter rivestire con tende per creare un momento di gioco creativo (da tenere opportunamente raccolte o comunque in modo ordinato per evitare di rimanerci intrappolati, come talvolta succede con le lenzuola anche a noi adulti).

Figura 8: Letto capanna. Fonte Pinterest

Figura 9: Letto capanna. Fonte Pinterest – my fantasyroom.

Figura 10: Letto capanna. Fonte Pinterest

Figura 11: Letto capanna. Fonte Pinterest – blog myfantasyroom

2. ZONA CAMBIO

Il fasciatoio

Il fasciatoio deve essere stabile, perché i cambi pannolino in molti casi sembrano un vero e proprio duello al più forte! Ne esistono di validi e tutti salvaspazio: da quello a scomparsa a parete a quello che si monta sul lettino tradizionale, dal fasciatoio da bagno a quello che si può montare su un qualunque supporto piano, più comodo se integrato alla cassettiera cui in seguito il/la bambino/a potrà avere accesso autonomo per il cambio vestiti, restando sempre un utile vano contenitore. In fine utilissimo quello portatile.

Figura 12: Fasciatoio a scomparsa a parete. Fonte bricoportale 

Figura 13: Fasciatoio a parete. Fonte Pinterest – blog mylittleroom 

Figura 14: Fasciatoio da lettino. Fonte Pinterest – familynation

Figura 15: Fasciatoio con ampia cassettiera integrata. Fonte Pinterest – Maisons du Monde

L’area fasciatoio con il tempo fungerà soltanto da cassettiera o potrà cedere il posto ad un armadio basso.

Figura 16: Fasciatoio appoggiato su cassettiera. Fonte Pinterest – giovannalotta

3. ZONA GIOCO

Nei primi mesi lo spazio da dedicare al gioco potrà essere occupato da un tappeto attivo con uno specchio flessibile (quindi sicuro) e la cosiddetta palestrina, come primi elementi di stimolazione.

Figura 17: Palestrina. Fonte Pinterest

Volendo si può già inserire qualche mensola o una libreria accessibile al/alla bambino/a, dove siano ben visibili le immagini delle copertine da cui poter riconoscere i libri, non sapendo ancora leggerne i titoli.
In generale i ripiani a giorno fino ai 12 mesi consentono di avere tutto a vista e di avere ben chiara la scelta dei giochi.

Figura 18: Mensole per tenere i giochi a vista. Fonte Pinterest

Ripeto che pochi giochi devono essere a vista. Gli altri possono essere riposti in ceste dai tessuti rigidi o in vimini, non molto profonde così da rendere agevole e sicura l’eventuale ricerca.

Figura 19: Cesta per giochi in rattan. Fonte Pinterest

Figura 20: Ceste per giochi in rattan inserite in mobile a giorno ancora a parete. Fonte Pinterest

Si può proporre la rotazione dei giochi che consiste nel tenere esposti solo alcuni giochi, cambiandone la disposizione a cadenza settimanale, o per riporli periodicamente nella cesta, e poi di nuovo a vista, così che il/la bambino/a ne apprezzi ogni volta stimoli e vantaggi diversi, e li possa sfruttare più a lungo senza annoiarsi.

Quando la noia avrà avuto il sopravvento, sarà giunto il momento di mettere definitivamente via quel gioco.

La rotazione farà sicuramente ridurre il numero di oggetti e di conseguenza aumenterà lo spazio a disposizione, ed anche il vostro portafogli ne gioverà!

Insieme ai giochi si può introdurre qualche oggetto innocuo di uso comune, con cui il/la bambino/a potrà cominciare a familiarizzare, magari inizialmente sotto la supervisione di un adulto, come mollette, cucchiai in legno, colino, ecc.

Oltre tutto, a livello educativo, pochi giochi permettono al/alla bambino/a di stimolare la concentrazione su quello che sta facendo.

Da evitare:

  • La televisione. Un accessorio sconsigliato, se non per un uso strettamente limitato ed insieme ad un adulto; così come praticamente inutili, per questa fascia d’età, risultano pc, tablet e telefono cellulare, nonostante la precocità delle ultime generazioni.
    In futuro la tv si potrà appendere alla parete guadagnando spazio sulla scrivania per un eventuale pc.
  • Le piante. Sebbene la presenza di alcune piante possa conciliarsi con una camera da letto, è sconsigliabile in un ambiente per bambini, poiché rappresentano sempre un elemento di curiosità, il cui approccio va gestito sempre sotto sorveglianza di un adulto, tenuto conto anche della tossicità di alcune piante domestiche se ingerite.

4. ZONA STUDIO

Man mano, dopo il primo anno si inizia a definire con un tavolino da gioco e delle piccole sedie, quella che verso i 6 anni diventerà la zona studio. Ne esistono veramente di ogni tipo, forma e colore, alcuni perfino regolabili in altezza ed inclinazione, così da accompagnare la crescita del/della bambino/a; alcuni tavolini hanno spazi contenitori, altri ancora permettono diverse varianti del piano d’appoggio con attività integrate.

Figura 21: Tavolino per bambini con sedie a scomparsa. Fonte Il laboratorio di Michael

Figura 22: Tavolino con sedie per bambini in stile scandinavo. Fonte Pinterest

Figura 23: Tavolino con sedie per bambini in stile scandinavo. Fonte Pinterest

Figura 24: Tavolino con sedie per bambini. Fonte Pinterest

Figura 25: Area gioco bambini con tavolino con sedie, sacca portagiochi in tessuto e mensole basse. Fonte Pinterest – Jennifer Lucas

Figura 26: Area gioco bambini con tavolino/scrivania e sedia, sacca portagiochi in tessuto e tappeto morbido. Fonte Pinterest – my fantasyroom.

Figura 27: Area gioco bambini con tavolino e sedie, e tappeto in fibra naturale. Fonte Pinterest 

Figura 28: Tavolo multigioco da 1 a 8 anni. MUtable di mukako.

LO STILE

Secondo le indicazioni fin qui riportate, lo stile più idoneo per i più piccoli è lo stile nordico/scandinavo.

Figura 29: Area gioco bambini in stile nordico scandinavo. Fonte Pinterest 

Questo stile, infatti, si contraddistingue per i toni chiari, amici dei piccoli spazi, poiché tendono a restituire una percezione più allargata dell’ambiente.

Grazie all’elevato indice di riflessione permettono, inoltre, di sfruttare meglio la luce naturale, che è quella più confortevole.

In assenza di luce naturale sarà fondamentale quella artificiale per cui si lascia ampio spazio alla fantasia per tutte le forme e colori.

Per i più piccoli sono sufficienti luci a soffitto e piccoli elementi luminosi a batteria che possano rassicurare chi teme il buio della notte o di un improvviso black out.

Figura 30: Lampadario Up di Stazione Luce

Figura 31: Lampada da soffitto Memory di Brokis

Figura 32: Lampada da soffitto Teddy Bear Ceiling Lights di Elle Home Decor.

Figura 33: Lampada Monkey Table di Seletti.

Figura 34: Luce notturna Miffy di Bovouvou.

LE DECORAZIONI

Lo stile scandinavo è aperto all’uso di carte da parati o pitture di fantasia, per cui non sono da escludere anche gli effetti del color block che si può sfruttare anche per una suddivisione più armoniosa delle zone.

Figura 35: Color block a fiocco che evidenzia la zona sonno. Fonte Pinterest.

Figura 36: Color block che evidenzia la zona sonno e le decorazioni da parete. Fonte Pinterest.

Figura 37: Color block che evidenzia la zona sonno e le decorazioni da parete. Fonte Pinterest.

Figura 38: Mensole decorative. Fonte Pinterest – grao de gente.

Figura 39: Color block che evidenzia la zona sonno. Fonte Pinterest.

Figura 40: Color block che divide idealmente gli spazi di fratello e sorella. Fonte Pinterest.

E’ uno stile che predilige il legno naturale, limitando l’uso delle vernici (quelle consentite sono quelle certificate EN71); e le forme della natura per lo più tondeggianti, riducendo notevolmente gli spigoli, che nei piccoli spazi elevano l’indice di pericolosità.

Figura 41: Esempio di stile nordico scandivano in zona giorno che predilige toni chiari, forme naturali, tondeggianti e quindi sicure anche per i più piccoli. Fonte Pinterest.

Figura 42: Esempio di stile nordico scandivano in zona giorno che predilige toni chiari, forme naturali, tondeggianti e quindi sicure anche per i più piccoli. Fonte Pinterest.

RISCHIO RESIDUO

In ogni caso è opportuno guardare con gli occhi di un/una bambino/a per provare ad immaginare tutto ciò che di pericoloso potrebbe incuriosirlo/a e che si dovrà rendere inaccessibile, come le prese di corrente, che vanno nascoste o protette; ricordo, come scritto prima, che vanno protetti anche eventuali gli spigoli, e va impedito l’accesso alle scale, finestre e balconi.

Tuttavia, anche le cadute riservano il loro carattere educativo, purché si riducano al minino i potenziali danni.
A sostegno di questo principio, lo stile scandivano, prediligendo forme e materiali molto naturali, si caratterizza per i pavimenti in parquet e tappeti che attutiscono l’eventuale caduta.

Figura 43: Esempio di area gioco in stile nordico scandivano che predilige forme naturali, tondeggianti, e materiali come il legno del parquet e tessuti atossici. Il tappeto insieme al parquet attutisce maggiormente le eventuali cadute (rispetto per esempio ad un marmo o ad un gres). Fonte Pinterest.

Figura 44: Esempio di area gioco in stile nordico scandivano che predilige forme naturali, tondeggianti, e materiali come il legno del parquet e tessuti atossici. Il tappeto insieme al parquet attutisce maggiormente le eventuali cadute (rispetto per esempio ad un marmo o ad un gres). Fonte Pinterest.

Quali sono, invece, le tue principali preoccupazioni rispetto alla stanza del/della tuo/a bambino/a?

Se hai domande, scrivi qui sotto il tuo commento e ti risponderò personalmente!

COLOR BLOCK

Hai mai sentito parlare di color block? Non potrai farne a meno non appena saprai di che cosa si tratta!

Se hai scaricato la mia guida gratuita sui 4 segreti per far sembrare la tua casa più grandeavrai appreso come i colori chiari saranno sicuramente da preferire in uno spazio ristretto, ma anche come, allo stesso tempo, siano utili i contrasti di colore, anche tramite un accento, ovvero un colore predominante, di una o più pareti, di arredi, tendaggi, tappezzeria o piccoli elementi di dettaglio.

Negli ultimi anni si è, però, diffusa una moda che valorizza uno o più colori predominanti, ma viene utilizzata in modo molto meno schematico e più artistico, come se le pareti fossero delle grandi tele da dipingere: il color block!

Da dove nasce il color block?

Il color block nasce da una tendenza stilistica che consiste nell’accostare forme geometriche o disegni particolari di colori accesi e contrastanti, dei blocchi di colore appunto.

Figura 1: Fotografia di Joy Lofton

Proprio per questo l’arredo DEVE mantenere un profilo basso, per evitare di appesantire l’ambiente.

Una tecnica di grande effetto se si pensa alla sua capacità di decorare con un alto livello di personalizzazione ed il minimo impatto economico.

Ci si può addirittura permettere di fare a meno di oggetti di design o, comunque, di ridurre l’arredo all’essenziale, tanto è elevato il suo apporto decorativo. Aspetto da non sottovalutare dove lo spazio è misurato al millimetro!

Figura 2: Pinterest colorhouse-paint.myshopify.com

Che cosa rende questa tecnica così interessante?

Ciò che rende particolarmente interessante questo tipo di decorazione è il fatto che è così semplice da realizzare che chiunque ne può essere autore, seguendo delle regole basilari, anche se non si è esperti di pittura.

Figura 3: Da https://www.digsdigs.com/home-offices-color-block-decor/

Ti servirà , però, avere delle indicazioni per quanto riguarda il giusto accostamento di colori, che possa effettivamente fare apprezzare la corretta armonia cromatica, proprio come un’opera d’arte; l’opera d’arte, infatti, non stanca. É piacevole e suscita emozioni.

Figura 4: Da Pinterest di Valentina Ludmilla Bellantuono Architetto

Per essere sicuro di questo, puoi partire dal tuo colore preferito.

Da qui potrai poi seguire due strade. Scegliere:

  • COLORI A CONTRASTO, cioè quelli opposti sulla ruota cromatica;
COLORI A CONTRASTO: Viola – Giallo verdognolo
COLORI OPPOSTI: Arancio – Blu violaceo
COLORI OPPOSTI: Rosa malva – Verde

Figura 5: Esempio di color block con accostamento di colori opposti sulla ruota cromatica. Da Pinterest di Masque Spacio

  • COLORI ANALOGHI, o adiacenti, cioè colori vicini sulla ruota cromatica.
COLORI ADIACENTI: Arancio – Giallo verdognolo

Figura 6: Esempio di color block con accostamento di colori analoghi. Da Pinterest di roomdsign.com

Tendenzialmente è uno stile adatto ad un carattere audace.

Pareti “tagliate” da blocchi di colore che avvolgono anche gli arredi, una seduta, una lampada, estendendosi su porte, pavimenti, soffitti…e tutto ciò che è incluso nel blocco.

Figura 7: Esempio di color block su pareti e soffitto. Da Pinterest 

Figura 8: Esempio di color block su pareti e su porta. Da Pinterest di Tiptoe

Tuttavia, nulla vieta di utilizzare tinte più neutre e rilassanti, che arredano attraverso le geometrie.

Figura 9: Carta da parati effetto color block con geometrie di colori neutri di Lancashire Wallpapaer & paint

Principalmente ci sono tre linee da seguire per applicare il color block.

1. PARETI DI ACCENTO MONOCOLORE

Puoi decorare una sola parete con un unico colore o al massimo con due, sia per correggere e creare particolari effetti ottici sia semplicemente per decorare o dare un accento, quindi degli elementi su cui rivolgere l’attenzione.

Figura 10: Parete monocolore, con lo scopo, tra l’altro, di “accorciare” una stanza dalla forma allungata. Progetto di villino S.L.

Figura 11: Parete monocolore, che identifica una funzione. Da Plank & Pillow

Figura 12: Pareti a contrasto. Dal catalogo di Baltimore-Armchair

2. PARETI DI ACCENTO CON GEOMETRIE POLICROMATICHE

Puoi creare una o due pareti di accento utilizzando delle geometrie che possano mettere in risalto l’arredo.
Si nota dall’immagine sotto come la tecnica possa accostarsi perfettamente anche ad uno stile più vintage.

Figura 13: Da Pinterest di decorpad

Figura 14: Da Pinterest di designconfetti.com

3. GEOMETRIE CHE METTONO IN EVIDENZA/CONTRADDISTINGUONO LE DIVERSE SOLUZIONI DOMESTICHE

Puoi giocare con le geometrie anche per mettere in evidenza delle funzioni: la zona studio, le scale, il letto… Ed è questa la funzione ottimale da utilizzare nei piccoli ambienti, così da dare loro movimento, anche se con poco.

Molto simpatico e d’effetto è il risultato che si ottiene nelle camerette per bambini, dove lo spazio per la fantasia non ha limiti!

Figura 15: Da architettoalessandrasacripante.it

Figura 16: Da Pinterest di mondodesign.

Figura 17: Da decoist.com | littlepieceofme.com

Figura 18: Da idainteriorlifestyle.com

Figura 19: Da fashionnewsmagazine.com

Figura 20: Da fashionnewsmagazine.com

Che cosa pensi di questa tecnica? In quale contesto la utilizzerai?

Se hai domande, scrivi qui sotto il tuo commento e ti risponderò personalmente!

IL MODO PERFETTO PER DISPORRE GLI ARREDI IN UNA CUCINA PICCOLA

Qual è il modo perfetto per disporre gli arredi in una cucina piccola? Te lo sarai chiesto mille volte!

La risposta è molto semplice: dipende.
Dipende dallo spazio realmente disponibile; dipende dagli attacchi idrici, nonché dalle pendenze delle tubazioni; dipende dalla continuità della parete, cioè dalla presenza di porte, finestre, radiatori, cassette di distribuzione, ecc.

La risposta non è, dunque, univoca. Si possono valutare famiglie di soluzioni distributive, a partire dalle quali valutare quella su misura per te.

1. DISPOSIZIONE CUCINA LINEARE

 Figura 1: Cucina lineare Scavolini, modello Fenix verde.  

Negli spazi più piccoli, la disposizione più comune è quella lineare, cioè quella che prevede tutti gli apparecchi disposti su un solo lato.

Sarebbe opportuno, in questa distribuzione, avere sempre dei piani d’appoggio ad affiancare il frigorifero, il lavabo ed i fuochi/forno per una maggiore praticità nella preparazione dei pasti.
Inoltre, altrettanto pratico è avere il lavabo vicino a lavastoviglie e scola piatti.

Figura 2: Disposizione lineareFigura 2: Disposizione lineare.

Al di là di questo, in una disposizione di cucina lineare i 3 punti cardine, ovvero zona conservazione/dispensazona lavaggio zona cottura, restano pressoché vicini tra loro, anche se il massimo della praticità si ha sicuramente mantenendo la zona lavaggio nella parte centrale del blocco.

2. DISPOSIZIONE CUCINA SU DUE FILE PARALLELE

 Figura 3: Disposizioni di cucina su due file parallele Expertolux.

Ancora più vicine risultano le tre zone nel caso della disposizione su lati paralleli; infatti, in tal caso, saranno concentrate ai vertici di un triangolo immaginario piuttosto che lungo una retta.

Figura 4: Disposizioni di cucina su due file parallele.

Sicuramente se si sceglie questa configurazione, vuol dire che la nostra cucina avrà una profondità minima di m 2.20, per garantire l’ingombro delle due file di arredi di m 0.60 ciascuna, più almeno un metro di distanza tra le due file per una movimentazione agevole ed ergonomica.

Figura 5: Disposizioni di cucina su due file parallele Expertolux.

Figura 6: Disposizioni di cucina su due file parallele Expertolux.

3. APPARECCHI DISPOSTI SU DUE LATI ADIACENTI

Figura 7: Disposizioni di cucina su due lati adiacenti.

Questa distribuzione è quella che si predispone meglio ad accogliere un piccolo tavolo da pranzo, o un elemento ad isola/penisola, tenendo conto che, per una cucina, il Regolamento Edilizio (del comune di Bari) stabilisce che siano garantiti almeno 9 mq.

Figura 8: Disposizioni di cucina su due lati adiacenti, START PREVENTIVI.

Preferita rispetto alla soluzione n. 2, questa va sicuramente per la maggiore per quelle cucine che si affacciano sul living in open space.

Figura 9: Disposizione ad L con aggiunta di penisola. Cucina STOSA, modello Infinity.

Dunque, può facilmente trasformarsi in una disposizione ad U.

4. DISPOSIZIONE AD U

Figura 10: Disposizioni di cucina su tre lati adiacenti, ARREDISSIMA.

É quella in cui gli arredi si collocano su 3 lati consecutivi. In tal caso sarà necessaria una distanza di almeno m 1.20 tra file opposte di piani, così da garantire una migliore fruibilità degli spazi ed un comodo utilizzo dei mobili contenitori.

Figura 11: Disposizioni di cucina su tre lati adiacenti.

5. DISPOSIZIONE AD ISOLA

Figura 12: Disposizioni di cucina su due lati adiacenti con isola. Progetto da Catalogo Flaviker.

La soluzione che richiede ingombri maggiori è quella con l’isola, proprio per fare in modo che questa sia davvero vissuta a 360°, per esempio utilizzandola da un lato come bancone snack per le colazioni o i pasti veloci e, dagli altri lati, come contenitore.

Figura 13: Disposizioni di cucina su due lati adiacenti con isola

Per chi ne ha la possibilità e sceglie di posizionare i fuochi o il piano a induzione nell’isola, esistono molte soluzioni di cappe scenografiche, ma anche alternative minimal o, addirittura, a scomparsa.

Figura 14: Cucina con isola e cappa ornamentale SCAVOLINI, modello MIA.

ATTENTI ALL’ERRORE!

Un errore comune è quello di accostare il ripiano snack al tavolo da pranzo anche se gli spazi non lo consentono, per cui ci si sacrifica in disposizioni scomode pur di non rinunciare ad una moda, più che ad uno sfizio.

Ricorda, invece, che il bello si può ottenere anche senza omologarsi e, soprattutto, senza sacrificare la praticità ed il comfort!!!

Figura 15: Cucina con tavolo a penisola non vincolato. Progetto architettolacalamita.

E LA TV?

Se pensi che possa servire una TV, cerca di disporla in modo che sia facilmente orientabile, in modo da essere visibile da più prospettive, dalla preparazione alla consumazione dei pasti.

Dunque, non ha bisogno di un mobile a sé, è molto pratico montarla a parete.

ALTEZZA E DISPOSIZIONE DEI PENSILI

I pensili seguono di norma l’andamento dei ripiani, per una questione di praticità, anche se non è una regola scritta, soprattutto in presenza di ampie finestre.

Posti a distanza di m 1.40-1.50 da terra, possono estendersi anche fino al soffitto, così da compensare eventuali carenze di vani contenitori in basso. Per tenere sotto controllo il disordine, un po’ nemico dei piccoli ambienti e, in particolare, delle cucine in open space, è preferibile scegliere contenitori chiusi o, comunque, limitando quelli a giorno che, invece, saranno da riservare a spezie, ricettari, vini, piante e tutto quello che resta tendenzialmente in ordine.

Oltre ai pensili, sfruttare pareti e soffitto, oltre che far guadagnare spazio, può dare un tocco vintage alla cucina.

Figura 16: Tipologie di mensole e ripiani da cucina.

PICCOLE CUCINE DA COPERTINA

Se pensi che la tua cucina sia anonima, ci sono molte soluzioni “scenografiche” che possano renderla un ambiente da copertina.

Figura 17: Cucina lineare, Veneta Cucine.

Una di queste è l’uso corretto ed armonioso della luce e dei suoi effetti: nei punti focali come piano cottura e piani da lavoro, sarà fondamentale avere una certa intensità di luce (fra i 200 ed i 250 lux) idonea a rendere sicure tutte le attività di taglio, preparazione e conservazione di cibi e pietanze. Dunque, sarà bene concentrare qui faretti, sospensioni o “tagli di luce”.

Figura 18: Cucina Iemms.

Altrettanto scenografica, oltre che funzionale a garantire una migliore aerazione, è la finestra sui piani da lavoro, così da essere inondati da luce naturale.

Figura 19: Cucina sotto finestra. Progetto Scott Posno Design. Fotografia silentSama architectural photography via contemporist.

Infatti, anche la presenza della natura ha il suo effetto, non solo grazie ad un affaccio panoramico, ma anche predisponendo, per esempio, dei pensili a giorno, sulla cappa o anche pendenti dal soffitto, piante ornamentali, che contribuiscono a filtrare l’aria dall’inquinamento indoor di cui la cucina in particolare è satura.
Per esempio: la lingua di suocera,  il ficus, l’aloe vera, la dracena, l’azalea, il photos, che può crescere anche con scarsa luce, la gerbera, lo spatifillo e tante altre.

Figura 20: Cucina Stosa, modello Infinity Diagonal.

Altre soluzioni d’effetto si possono ottenere anche con dei rivestimenti particolari o con contrasti di colori insoliti, ma che  ben si sposano tra loro.

 Figura 21: Piastrelle adesive Amazon.

Ti ricordo, però, di non strafare! É sufficiente anche solo un dettaglio a rendere unica e funzionale la tua cucina, che sia il paraschizzi, una sospensione, una nicchia illuminata: la bellezza è nelle piccole cose!

 Figura 22: Cucina a due lati, Pensarecasa.

E tu hai individuato la disposizione perfetta per la tua cucina? O hai ancora le idee poco chiare?

Se hai domande, scrivi qui sotto il tuo commento e ti risponderò personalmente!

8 SOLUZIONI DI HOME OFFICE IN CASE PICCOLE

Ti sei trovato a dover trasferire il tuo ufficio a casa? E vorresti un home office ordinato e professionale, ma pensi di non avere abbastanza spazio per realizzarlo? Se questo è anche il tuo caso, allora continua a leggere le 8 soluzioni di home office in case piccole. E tra poco scoprirai come realizzare un home office funzionale in piccoli spazi, senza stressarti.

Iniziamo subito!

Fondamentalmente ciò che ti serve è un piano da lavoro con seduta, e questo è indubbio! Ma se lo spazio in casa è ridotto all’osso, dove lo mettiamo questo piano?

Conviene partire dagli spazi di risulta, quelli inutilizzati per loro conformazione, come possono essere un sottoscala, una nicchia o un angolo.

1. Il sottoscala

Il sottoscala è sempre stato spazio prediletto per ripostigli e dispense, ma può rivelarsi un ufficio tranquillo e riservato se ben organizzato con mensole, alle altezze consentite, ed il piano scrivania.

Questo spazio è tendenzialmente buio, quindi sarà opportuno inserire dei punti luce idonei.
Poiché ci stiamo occupando di un’area studio, ricorda che ti serviranno tra i 200 ed i 500 lux di luce bianca, cioè compresa fra i 3300 ed i 5300 Kelvin, per lavorare con la giusta serenità e concentrazione.

Il lux è dato dal lumen/mq, indicato sulle confezioni delle lampadine, così  com’è riportata la tonalità della luce in gradi Kelvin. Per cui, in un sottoscala di un metro quadrato, per esempio, ti servirà una lampadina di almeno 200 lux e della tonalità di 3300 K.

Immancabile poi almeno una presa di corrente per connettere un pc, tablet, cellulare, stampante, ecc.

Figura 1: SOTTOSCALA ATTREZZATO. Fonte: https://www.gabetti.it/news/sottoscala-attrezzato-ecco-4-suggerimenti

Figura 2: SOTTOSCALA ATTREZZATO. Fonte: https://living.corriere.it/arredamento/soggiorno/gallery/home-office-per-tutte-le-taglie/?i=11

Figura 3: SOTTOSCALA ATTREZZATO. Fonte: https://www.houzz.it/foto/maison-d-architecte-phvw-vp~26149089

2. Nicchia a scomparsa

Un’altra soluzione poco invasiva può essere quella di nascondere uno scrittoio con mensole all’interno di armadi a muro, come negli esempi di seguito riportati.

Figura 4: ANGOLO STUDIO A SCOMPARSA ARTHECO

Figura 5: ANGOLO STUDIO A SCOMPARSA. Fonte: https://www.interiorbe.com

Figura 6: ANGOLO STUDIO A SCOMPARSA. Fonte: https://arscity.com

Figura 7: POSTAZIONE SCRIVANIA IN NICCHIA CON ANTE SCORREVOLI A CHIUSURA. Progetto di APrenderingstudio.

Figura 8: ANGOLO STUDIO A SCOMPARSA di Mariani Domus.

Si parte, dunque, da nicchie dove vengono applicate delle ante, che all’occorrenza facciano “sparire” l’home office e tutto il relativo disordine annesso!
Le ante possono aprirsi a libro, essere a scomparsa rototraslanti o con un sistema scorrevole, e si possono rivestire con una bella carta da parati per celarne totalmente la presenza.

Figura 9: HOME OFFICE A SCOMPARSA di Arredamenti Perini.

3. L’angolo

Se non tutti hanno un sottoscala o una nicchia, più comune è avere un angolo inutilizzato.

Oggi in commercio si trovano diversi modelli di scrivania con piano triangolare proprio per rispondere a questa necessità e con costi accessibili, come l’esempio sotto in figura.

Figura 10: HOME OFFICE ANGOLARE di Symbiosis.

4. Home office scorrevole

Protek, invece, azienda specializzata in controtelai e sistemi scorrevoli, propone una nuova collezione dedicata proprio allo smart working.
Bigfoot, così si chiama la collezione dedicata all’Home office in case piccole, rende scorrevoli intere pareti che si fanno scrigni contenitori di funzioni.
Dunque, si può avere un home office integrato all’interno di una parete di nuova fattura o in adiacenza ad una esistente.

Figura 11: POSTAZIONE HOME OFFICE BIGFOOT di Protek.

Figura 12: POSTAZIONE HOME OFFICE BIGFOOT di Protek.

Figura 13: Lo spazio per lo smart working Bigfoot di Protek è equipaggiato di vani portadocumenti e prese elettriche.

5. Nicchia a vista 

Per una postazione molto minimale, purché ordinata, anche una soluzione senza ante e meno nascosta potrebbe risultare elegante e raffinata.

Per avere una percezione di ordine ti serviranno pochi elementi, ripiani semplici, a giorno, in legno naturale o laccato, che contengono l’essenziale in spazi di risulta.

Come puoi vedere dagli esempi sotto, non devi avere timore di osare con i colori: dosati in modo opportuno, creano il giusto contrasto per stimolare concentrazione.

Figura 14: HOME OFFICE IN NICCHIE. Fonte: http://www.arredamento.it

Figura 15: HOME OFFICE RICAVATO DA UNA NICCHIA IN CUCINA. Fonte: http://laurahomeplanner.com

6. Home office integrato all’arredo esistente

Più elaborate le postazioni integrate ad altre soluzioni d’arredo, come armadi, librerie, arredo living, arredo cucina, ecc. Questo caso, infatti, prevede per lo più una completa riprogettazione dell’arredo interessato, salvo pochi casi, cosa che va bene se sei nella fase di doverlo sostituire o progettare per la prima volta.

In questo caso puoi avvalerti di aziende che propongono delle soluzioni con scrittoio e libreria integrati alla parete attrezzata del living o all’armadio della camera da letto, come Alf DaFrè, Febal Casa, Caccaro, Presotto, Clei, Lago, ecc.

Figura 16: HOME OFFICE INTEGRATO AL LIVING di Febal Casa.

Figura 17: HOME OFFICE INTEGRATO AL LIVING di Febal Casa.

Figura 18: HOME OFFICE INTEGRATO AL LIVING di architettolacalamita.it

Figura 19: HOME OFFICE INTEGRATO A MADIA di Lago.

Figura 20: HOME OFFICE INTEGRATO A GUARDAROBA. Pin di Achousetic.com

Figura 21: HOME OFFICE INTEGRATO AL LIVING CON SISTEMA MODULARE ROOMY di Caccaro.

Figura 22: HOME OFFICE IN CAMERA DA LETTO. Fonte: https://www.decorfacil.com/escrivaninha-pequena/

Figura 23: HOME OFFICE INTEGRATO AD ARMADIO. Fonte: http://Acmagazine.com

Figura 24: WORKPLACE di 3dsky.org

Figura 25: Composizione My Space di Alf DaFrè. Lo scrittoio è parte integrante della libreria multifunzione, con ripiani e pensili aggettanti, ante in vetro trasparente grigio e luci a LED.

7. Scrittoi – arredo 

Soluzioni più easy sono, invece, gli scrittoi a parete, che occupano spazio solo per il tempo in cui vengono utilizzati. Dopo di che si mimetizzano come pezzi d’arredamento.

Ce ne sono di diverse tipologie e di diverse fasce di prezzo.

Eccone alcuni esempi…

Figura 26: SECRETEIRE, SCRITTOIO A PARETE, Ferrantelli artigiani del legno.

Figura 27: WALLY di Clei.

Figura 28: SPACEO di Leroy Merlin.

Figura 29: LIBRERIA CON SCRITTOIO PILL di Emko.

Figura 30: SCRITTOIO A PARETE di Mogg.

Figura 31: SCRITTOIO A PARETE di Costway.

Come specificato all’inizio, occhio all’illuminazione! Deve conciliare la concentrazione, non affaticare la vista, avere la giusta intensità senza creare fastidiosi riflessi, soprattutto quando si lavora con i monitor.

Che si tratti di luce naturale o artificiale, è bene che sia posta lateralmente all’area di lavoro; ottima quella proveniente dall’alto; nì quella frontale. Sebbene possa creare forti contrasti di luce, una finestra che si affaccia su un bellissimo paesaggio di fronte all’home office potrebbe far venire voglia di restare lì a lavorare a vita!

Qualora non si abbia questa fortuna “paesaggistica”, chiamiamola così, si può favorire la produttività con la presenza di colori neutri, sia per pareti che per gli arredi, e/o con carte da parati che stimolino le attività cognitive.

8. Home office in veranda 

Che dire allora di un home office in veranda?

Durante i mesi di lockdown il balcone è stata la parte della casa prediletta e, in base a quanto detto finora, risulterebbe anche lo spazio ideale per il lavoro se con una buona esposizione alla luce e con un affaccio su un bel paesaggio o anche semplicemente sul giardino (verticale) di casa.

Figura 32: HOME OFFICE IN VERANDA. Fonte: https://www.creaspazio.it/wp/2020/05/01/angolo-studio-dove-inserirlo/

Figura 33: HOME OFFICE IN VERANDA, Pin di balconydecoration.com

Come vedi non hai più scuse! L’home office è proprio alla portata di tutti!

Puoi realizzarlo nel sottoscala, in una nicchia, in un armadio o, addirittura, in una parete scorrevole, ed in qualunque stanza: dal living alla zona notte o addirittura in veranda, a patto di avere particolare cura dell’illuminazione (naturale e artificiale) e assicurarsi della presenza di prese elettriche!

Per il resto, liberate la vostra fantasia per decorazioni e colori che possano conciliare la produttività!

Buon smart working!

Hai domande? Scrivi qui sotto il tuo commento e ti risponderò personalmente!

COME TRASFORMARE UN AMBIENTE CON LA GIUSTA CARTA DA PARATI

Nella mia guida 4 SEGRETI PER FAR SEMBRARE LA TUA CASA PIU’ GRANDEti ho spiegato come il bianco contribuisca a dare spazialità, ma come anche i colori, per lo più chiari, se accostati in un certo modo e con certe forme, possano slanciare o allargare un ambiente.

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LE PARETI “MOBILI”

L’open space ti sembra una valida soluzione per spazi più ampi e ariosi, ma non vuoi rinunciare all’intimità di ogni ambiente? Pensi che le pareti ti portino via centimetri fondamentali?
Oppure sei stufo della solita abitazione statica sempre uguale a se stessa?

Tranquillo!

C’è una soluzione fatta su misura per te!

Si tratta di quelle che io chiamo pareti “mobili”, intendendo il duplice senso del termine. Questo vuol dire che non stiamo parlando di vere e proprie pareti, ma di arredi, con la funzione di separare o unire gli ambienti grazie anche all’eventuale possibilità di scorrere o ruotare (ecco perché “mobili”).

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ARREDI SPECIALI: CHE COSA SONO?

Sei alla ricerca dell’arredo perfetto per il tuo monolocale, ma ti sembra troppo piccolo per metterci tutto quello che avevi in mente?

Oppure vuoi ricavare una stanza per gli ospiti, ma non c’è abbastanza spazio?

Niente paura!

Per una casa fuori dal comune ci vuole un arredo speciale!

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Per arredi speciali in piccoli spazi si intendono arredi progettati su misura, ma soprattutto che hanno la possibilità di essere “trasformati”. Hanno, perciò, una funzione salvaspazio.

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